Dallla tela al metaverso, la rivoluzione W3 arriva anche al mondo dell’arte, della fotografia e del cinema, ed è tutta italiana la scoperta.

Passeggiare in un’opera d’arte, vivere al suo interno le emozioni spaziali e di ambientazione oltre la visione dell’opera stessa, fino a poco tempo fa un sogno o un’idea pazza che si pensava fosse irrealizzabile, e invece un team tutto italiano ha sviluppato un intelligenza artificiale che è ingrado di acquisire le informazioni da un’opera o da una fotografia o da un filmato e trasformarle in un ambiente tridimensionale di metaverso.

Una rivoluzione non solo per il mondo dell’arte ma per la fotografia ed anche il cinema, per questo abbiamo avuto la possibilità di incontrare e conoscere il creatore di questa tecnologia, un italiano oramai noto al mondo tech che in un anno di lavoro e studio ha sviluppato questa meraviglia della tecnica.

Abbiamo intervistato Nicolini Massimiliano, capo dipartimento di ricerca e sviluppo di Olimaint che ha coordinato lo sviluppo del progetto OPM SF21, e da lui abbiamo avuto questa visione alla nostra domanda : Ma cosa è possibile oggi fare grazie a questa vostra rivoluzionaria tecnologia ?

“La possibilità di poter accedere e vivere l’esperienza nel dipinto di un artista è un qualcosa che da tempo avevamo sognato che sembrava impossibile a realizzarsi, oggi con questo algoritmo e con questa metodologia riusciamo a riprodurre la scena reale dei dipinti con anche il tratto pittorico caratteristico del singolo artista ed a trasformarla in un’esperienza che la persona e il visitatore possono vivere, ovviamente attraverso l’uso di un visore, direttamente all’interno dell’opera; quindi abbiamo la capacità e la possibilità di camminare in un quadro di van Gogh, di Raffaello, di Botticelli, e di poter girare intorno agli oggetti, alle scene. Provate a pensare alla possibilità di poter camminare intorno alla conchiglia che sorregge la Venere di Botticelli è chiaramente un’esperienza unica ed irripetibile e vivere le profondità dei tratti dei colori dei particolari da vicino stando proprio dentro l’opera fine a se stessa.

Ciò che non è visibile all’occhio l’intelligenza artificiale lo va a ricostruire prendendo spunto da ciò che è visibile quindi va a ricostruire l’immagine tridimensionale, anche quando questa non è possibile con i soggetti e i sistemi tradizionali, e la va a ricostruire ricreando sulla base dell’immagine frontale ciò che per dinamica e per logica deve essere posizionato anche nella parte che non si vede al colpo d’occhio nell’osservare un dipinto.

Questo apre a scenari enormi di possibilità d’uso, come per esempio la possibilità di utilizzare questa tecnica per raccontare le opere d’arte agli studenti, oppure la possibilità di andare ad utilizzare questa tecnica per comprendere in un percorso anche il momento storico nel quale l’opera è stata realizzata; può andare ad individuare dei tratti e delle caratteristiche che ad occhio nudo per esempio non è possibile vedere diventa uno strumento utile sia dal punto di vista scientifico ma altrettanto dal punto di vista culturale e turistico e in alcuni casi come quello che abbiamo presentato recentemente un’opera d’arte può diventare un ambiente di ritrovo e d’incontro come il nostro Van Gogh caffè.

Il processo per raggiungere questa precisione ovviamente non si basa solo e unicamente su una semplice fotografia rielaborata ma è un insieme di tecniche che prevedono in alcuni casi anche una scansione ad altissima risoluzione attraverso tecnologia lidar dell’opera originaria, o comunque di una copia verosimile che sia comunque stata realizzata con la medesima tecnica e con la medesima struttura artistica e di tratto.

Abbiamo quindi la possibilità di vivere il momento della creazione dell’Opera immergendoci in quello che la mente prodigiosa dell’artista in quel momento stava elaborando e che poi ha trasmesso tramite il proprio tocco con la pittura sulla tela, è un’esperienza arricchente perché non solo ci limita all’analisi dell’Opera fine a se stessa ma ci permette anche di comprendere ancora meglio l’artista che ne stava dietro ed ancora meglio il momento nel quale quell’opera è stata concepita ed è poi stata messa su tela.

Come si diceva sopra, il procedimento per realizzare questo tipo di struttura non è un procedimento banale ma richiede delle specifiche caratteristiche delle attrezzature è anche un’esperienza non indifferente da parte degli operatori, non è un filtro di social network, è una ricostruzione dettagliata è una rielaborazione spaziale di ciò che è all’interno del quadro calcolandone anche le profondità e ricostruendo il tutto sulla proporzione dell’individuo; quindi in un tratto per esempio di un paesaggio noto e posso vedere le reali profondità di quel paesaggio le reali dimensioni dei personaggi e degli oggetti e coinvolgerli completamente nello studio e nella visione di quell’opera. “

Che dire non ci resta che scegliere l’opera e farci una bella passeggiata !

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