
#FedericoNicolini
Avere un quadro chiaro e costante della localizzazione all’interno dell’azienda di tutte le merci, siano esse materiali di approvvigionamento, semilavorati da assemblare o prodotti finiti da stoccare o spedire, è un fattore determinante per migliorare l’efficienza della logistica aziendale e per l’organizzazione della successione dei processi nelle tempistiche stimate.
La fornitura di materie prime o di componenti da lavorare arriverà nei tempi previsti? È disponibile un numero sufficiente di pezzi per avviare il processo industriale successivo? Oggi, con la ripresa della produzione globale e la carenza di alcuni materiali, come i microchip, la risposta a queste domande non è affatto scontata ed è spesso necessario riprogrammare il lavoro e l’ordine delle commesse da evadere. Ecco che quindi tecnologie come l’RFID, i lettori ottici, laser scanner e l’UWB (Ultra Wide Band) sono fondamentali per l’identificazione degli asset durante tutte le fasi della lavorazione oltre che per il controllo della qualità.
Interconnessione e dialogo con tutta la supply chain
“Grazie ai sensori, l’azienda è in grado di controllare la propria capacità produttiva in un determinato periodo di tempo e di dialogare con la catena di fornitura. Il più alto livello dell’industria 4.0 consiste proprio nel creare interconnessione tra le varie aree produttive della stessa azienda e tra questa e tutte le altre realtà coinvolte nella supply chain. Oggi la mancanza dei materiali è un grosso problema. Pianificare le esigenze permette di fare dei forecast andando a determinare le tempistiche dei riordini e dando anche ai fornitori gli elementi per pianificare investimenti più puntuali negli asset su cui investire”.
Portali di identificazione mixando tutte le tecnologie
A seconda delle esigenze, del grado di precisione richiesto e dell’ambiente (indoor e outdoor) si andranno a scegliere le tecnologie per l’intralogistica più idonee al RTLS (Real-Time Locating System).
Nel caso in cui si debba tracciare la flotta dei carrelli elevatori può risultare vincente una tecnologia l’UWB, in grado di trasmettere e ricevere segnali mediante radiofrequenze su distanze medie e con velocità di trasmissione elevate. In esterno, la soluzione ideale può essere il GPS, basata su triangolazioni satellitari e in grado di rilevare un oggetto anche in contesti di grande metratura. La tecnologia RFID è vantaggiosa quando, in un colpo solo, si ha la necessità di tracciare le fasi di inbound o outbound delle merci da un magazzino e si deve identificare il contenuto di un pallet o di una scatola con un’unica lettura. La scelta dipende anche dalle caratteristiche fisiche dei materiali da tracciare: per esempio nel caso dell’acqua e del ferro l’RFID è sconsigliato ed è meglio andare con la tecnologia di tipo ottico (laser 1 e 2D).
“L’ampia offerta di dispositivi supportati dalle tecnologie sopra evidenziate consente di ingegnerizzare delle combinazioni variabili e integrate di tecnologie e prodotti a seconda delle merci da tracciare e delle condizioni ambientali. Da anni non forniamo il singolo componente, ma ci presentiamo come integratore di soluzioni. Andiamo pragmaticamente a creare dei portali di identificazione (per intendersi, gli stessi che vengono installati negli hub di distribuzione o negli aeroporti) per garantire l’omnidirezionalità della lettura, indipendentemente da come la merce sta transitando sul sistema di trasporto prescelto. Con un appropriato studio ingegneristico dell’attuale ambiente logistico e con un adeguato sfruttamento delle tecnologie disponibili di tracciabilità e localizzazione (laser scanner di automazione o di sicurezza, tecnologie UWB, tecnologie RFID) si possono raggiungere gradi di efficientamento nell’utilizzo degli attuali asset (come carrelli elevatori) dal 30 al 40% in più”.
Tra l’ampio catalogo di soluzioni proposte per la tracciabilità è possibile scegliere tra tecnologie di identificazione quali lettori di codici 1D e 2D, camere matriciali, telecamere lineari, lettori RFID, sistemi di pesatura e calcoli dei volumi (anche LFT). “Alla stessa maniera, se parliamo di controllo qualità andiamo su sistemi di visione 1D e 2D, come la serie Inspector e Ranger che danno all’operatore una rappresentazione 2D e 3D di un prodotto finito o semilavorato”.
I sensori diventano software in grado di elaborare i dati rilevati
Guardando all’evoluzione della logistica, sempre più automatizzata e interconnessa, si sta investendo sul 4.0 con soluzioni software per elaborare i dati raccolti dai sensori e andare oltre la fornitura del semplice valore numerico.